IL PROFUMO IN TASCA

E’ una presenza invisibile, quella del profumo, però capace di “andare dappertutto”. Oltre che sulla pelle, dove sarebbe sconsigliate perché il suo  Ph può farla virare malamente, anche sui vestiti o comunque su accessori molto vicini al corpo. Se si è persa la tradizione dei guanti odorosi … adesso il profumo arriva in tasca. Con i nuovi portafogli del raffinato “naso” francese Francis Kurkdjian.

 

Purtroppo si son persi il culto e la cultura dei guanti profumati” fa notare Francis Kurkdjian, naso dell’omonima Maison e fra i più straordinari ed inventivi del momento … “Ma ai nostri tempi non andremmo più in giro con le mani profumate”.  In effetti oggi le mani ce le laviamo spesso. ma  non era così ai tempi di Isabella d’Este, fautrice del guanto odoroso, capace di dare alla mano anche non detersa un aspetto fresco ed attraente, al punto che ne inviava anche a Caterina de Medici a Parigi, che li apprezzava moltissimo, anche se non esistendo né jet né DHL per un recapito rapido, arrivavano in diligenza da Mantova e quindi olfattivamente sminuiti, ma comunque fragranti. Occorreva però avere un ottimo naso perché erano alla moda anche i guanti avvelenati, magari all’arsenico, mortifera sostanza che sapendo piacevolmente di mandorla poteva trarre il destinatario in fatale inganno. Il rimpianto del cuoio odoroso e il desiderio di recuperarlo in modo contemporaneo hanno portato Kurkdjian, giovane signore franco armeno dallo sguardo incandescente e dal fisico atletico … ex allievo del corpo  di ballo dell’ Opéra di Parigi … a inventare e ovviamente brevettare un’elegantissima linea profumata di piccola pelletteria da tasca. L’idea è partita proprio dai guanti, sui quali si è documentato sullo storico manuale del profumiere di Maria Antonietta, uno studio minuzioso e non solo teorico perché Kurkdjian ha realizzato una profumazione ispirata all’ultima regina di Francia in occasione di una retrospettiva storica a Versailles, dove erano esposti anche i guanti originali, di proprietà degli archivi Hermès. “ Ho pensato che l’idea si potesse modernizzare, inventando piccoli portacarte profumati e questo per far rivivere quel savoir faire  che rischiava di perdersi.  In Francia sono rimasti solo tre guantai autorevoli, I pellettieri invece sono ancora fiorenti, ma forse fra un po’, borse, portafogli o portacarte di credito potrebbero sparire perché molto probabilmente avremo tutto quello che oggi essi contengono incorporato in un microchip, magari sottopelle”.

Con la complicità e la bravura dello  storico Atelier Renard, dagli  anni Trenta riferimento parigino dell’eccellenza del lavorare il cuoio e oggi guidato da Brigitte Montaut, grafica di formazione e attentissima all’aspetto estetico di ogni suo pezzo e con una politica meravigliosamente elitaria, tutto quello che esce dal suo laboratorio … un’oasi nascosta nel cortile di un palazzo di Place du Palais Bourbon … è una commande spéciale.

Ovvero? “Tutto e solo su misura: si scelgono le pelli,  le forme e i colori delle fodere sempre di vitello morbidissimo assieme al committente. Anzi è spesso il cliente a venire con una sua idea. Io lo guido e  gliela sviluppo e insieme definiamo il modello finale. Se non mi convince, non lo eseguo”. E ciò spiega perché alla consegna non ci siano delusioni ma entusiasmi da parte di una committenza che apprezza qualità davvero uniche di assoluto artigianato e così è felice di fare il passaparola fra intenditori. Brigitte  regalò agli oratori che con lei partecipavano ad una tavola rotonda sul lusso, un piccolo porta biglietti da visita con impressi a caldo i relativi nomi e Francis, che era fra i presenti, ne fu affascinato al punto da volerne sviluppare un’edizione profumata. Quasi tessuti double face o reversibili che dir si voglia, usando termini couture, che sprigionano essenze morbide dall’ambra alla vaniglia o piu’ orientali all’ambra e sandalo.

                        

Pellami tagliati e pronti e un “twin set bicolore” profumato

E così, ecco le bustine da tasca, che lui non vuole si chiamino portafogli ma piccoli portacarte, che viaggiano anche in coppia, inserendosi l’uno nell’altro e col nome di twin set hanno un esterno ed un interno di cromie diverse. Quasi tessuti double face o reversibili che dir si voglia, usando termini couture, che sprigionano essenze morbide dall’ambra alla vaniglia o piu’ orientali all’ambra e sandalo. Pezzi esclusivi che si trovano, oltre che nei due negozi parigini del profumiere, in esclusiva anche da Bergdorf Goodman a New York. Un procedimento segreto, un’alchimia, una magia, ecco cosa rende attraenti questi piccoli pezzi che ribadiscono che il lusso è il superfluo che diventa indispensabile. La persistenza del profumo?  Kurkdjian risponde tirando fuori dalla tasca dei suoi jeans il suo piccolo porta  carte di credito della collezione …

                         

“Attrezzi da lavorazione” e il “naso” Francis Kurkdjian.

 

“Ha più di un anno e ancora profuma”. Mica male, no?

 

 

La Redazione

 

franciskurkdjian.com

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