THE MAN WHO STOLE BANKSY

Dopo il successo del Tribeca Film Festival, arriva nelle sale italiane il film evento narrato da Iggy Pop su uno dei più grandi esponenti della Street Art. È l’artista capace di scombinare opera dopo opera tutte le regole dell’arte contemporanea. In anteprima italiana al Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile, lo scorso 26 novembre.

Tutti noi abbiamo in mente qualcosa che lui ha realizzato con la tecnica dello stencil, ma Banksy è un’ombra … “un qualcuno mascherato”, che praticamente nessuno ha mai visto. Arriva, colpisce e sparisce e la comunicazione avviene solo attraverso il suo agente. Per certo sappiamo che è inglese, nato a Bristolforse ha quarantaquattro anni … forse … ma tutto è lasciato all’immaginazione.

La Cisgiordania e lo stato d’Israele sono separati da un muro di 70 km e di 670 km di recinzione con ferro spinato, costruito come misura cautelare contro il proliferare di attentati nel territorio nazionale. Questa struttura, come sancito nel 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, è contraria al diritto internazionale e ciò ha spinto Banksy a intervenire fisicamente sul muro. Vi sono un totale di nove opere di Banksy lungo il perimetro della struttura.

I soggetti effigiati sono per la maggior parte bambini che non vogliono soggiacere alla barriera e che tentano di aggirarla in volo aggrappati a dei palloncini, o di forarla con paletta e secchiello; se ciò non è possibile, si limitano a guardare i paradisi terrestri presenti al di là del muro attraverso degli squarci resi magistralmente con la tecnica del trompe l’oeil.

È il 2007. Banksy e la sua squadra si introducono nei territori occupati e firmano a modo loro case e muri di cinta. I palestinesi però non gradiscono. Il murale del soldato israeliano che chiede i documenti all’asino li manda su tutte le furie: passi l’essersi introdotto nei territori e l’aver agito senza nemmeno presentarsi alla comunità, ma essere dipinti come asini davanti al resto del mondo è davvero troppo. A vendicare l’affronto con un occhio al bilancio ci pensano un imprenditore locale, Maikel Canawati, e soprattutto Walid, palestrato taxista del posto. Con un flessibile ad acqua e l’aiuto della comunità, Walid decide di tagliare il muro della discordia. Obiettivo dichiarato: rivenderlo al maggior offerente.

È da qui che prende il via L’UOMO CHE RUBO’ BANKSY di Marco Proserpio narrato da Iggy Pop che arriverà al cinema solo l’11 e 12 dicembre nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema. Il film, che è stato presentato in anteprima al Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile, lo scorso 26 novembre, racconta la storia dello sguardo palestinese su un’arte di strada di matrice occidentale e sui messaggi che la Street Art veicola sul muro che separa Israele dalla West Bank. Ma è anche il racconto della nascita di un mercato parallelo, tanto illegale quanto spettacolare, di opere di Street Art prelevate dalla strada senza il consenso degli artisti.

Sono passati sette anni da allora e l’asta per quel pezzo di muro non si è ancora conclusa: per oltre centomila dollari una tonnellata di muro di uno degli artisti più celebri è stata trasferita in Scandinavia e ora pensa a volare oltreoceano. Partendo da alcuni casi concreti di opere finite sul mercato all’insaputa dei loro autori, L’UOMO CHE RUBO’ BANKSY affronta tematiche di attualità legate alla comparsa della speculazione nel mercato della Street Art, al diritto d’autore, al confronto tra culture diverse in un’ottica post-coloniale e al recupero di opere percepite come delle vere e proprie sfide tecnologiche anche da restauratori specializzati nello stacco di affreschi rinascimentali.

Banksy ha aperto il Walled Off Hotel of Banksy’s. Infatti ha progettato e arredato un vero albergo a Betlemme, con vista sul muro fatto costruito da Israele per separare la città palestinese dai territori di Gerusalemme Est. Come dire … “benvenuti (si fa per dire) nel Walled Off Hotel”.

Il film evento alterna riprese fatte in strada in diversi paesi e interviste ad esperti –giornalisti, professori universitari, galleristi, avvocati– e a personaggi chiave del mercato parallelo della Street Art. Una testimonianza straordinaria che dà voce, per la prima volta, a Walid, lasciandogli la possibilità di spiegare la sua scelta di segare, per venderli, i muri offerti da Banksy al popolo palestinese, lasciando decidere al pubblico chi sono i buoni e i cattivi in questa storia, perché, come spesso accade, anche qui è solo una questione di punti di vista.

L’UOMO CHE RUBO’ BANKSY di Marco Proserpio, con musica originale di Federico DragognaVictor Kwality e Matteo Pansana, è prodotto da Marco Proserpio in collaborazione con Rai Cinema e arriverà nelle sale cinematografiche distribuito da Nexo Digital. La colonna sonora è distribuita da C.A.M. Creazioni Artistiche Musicali S.r.l. una Società del gruppo Sugar.

La Grande Arte al Cinema è un progetto originale esclusivo di Nexo Digital. Per la stagione 2018 è distribuito in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.

 Perché andarlo a vedere? Vi posso rispondere dicendovi … è un dovere, per capire

di Giovanna Cappuccio

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