E’ stato il primo negozio-atelier al mondo di alta camiceria. E da sempre confeziona quelle che vengono considerate vere e proprie Rolls con colletto, polsini e bottoni.
Più di seimila, preziosi tessuti da camicia in esposizione. Migliaia di metri dei migliori cotoni, lini o sete in arrivo da tutte le provenienze possibili e immaginabili. E fra loro, qualcosa come trecento diverse nuances di bianco: tutte in bella vista, impilate su scaffali in legno scuro che occupano un’intera parete. La stessa che i commessi chiamano con discreta enfasi Le Mur des Blancs, il muro dei bianchi. Basterebbe questo grande, significante dettaglio (ma vogliamo mettere le centotrenta diverse tonalità di azzurro?) per far rimanere a bocca aperta anche il più esigente e pignolo cultore della camicia su misura. Una varietà praticamente impossibile da trovare altrove, ma assolutamente la norma qui, nel tempio parigino dell’uomo (ma non solo) di classe: sette vetrine e quattro piani in un hôtel particulier che fanno bella mostra di se in Place Vendôme, sotto l’insegna Charvet.
Un luogo a dir poco storico, considerato che Christofle Charvet è stato il primo chemisier al mondo (il termine, scusate se è poco, nasce proprio con lui) ad aprire un laboratorio e punto vendita, nel lontano 1838. Grazie alla sua esperienza come figlio del capoguardaroba di Napoleone Bonaparte, il signore in questione è stato in pratica il pioniere di modelli di camiceria e accessori su misura, con vendita tessuti e realizzazione sul posto non solo di camicie, ma anche pigiami, cravatte, sciarpe o pochette. Per capirci meglio: prima della sua comparsa, chi voleva una camicia personalizzata doveva procurarsi il tessuto e fornirlo alla sartina (o donna di casa) di fiducia; in questo negozio invece si provvedeva alla bisogna in un colpo solo. Non è tutto. Se prima di Charvet non esistevano ancora modelli aderenti al corpo bensì casacche quasi informi, visto che le suddette sartine si limitavano a tagliare e cucire fra loro grandi rettangoli o quadrati di tessuto, da lui invece nacquero le prime maniche che seguivano le curve del braccio, le prime sciancrature ma anche i primi colletti che circondavano interamente il collo.
Capirete adesso perché questa insegna non fece nessuna fatica a farsi da subito un’ottima nomea: da vera Rolls della camicia, diremmo oggi. E questo grazie all’alta qualità e originalità delle creazioni, l’ampia gamma di tinte e tessuti, il servizio attento e premuroso anche post-vendita. Doti ben apprezzate dalla clientela più esigente, che annoverava e annovera tuttora re, principi e capi di stato. La lista di VIP che si sono serviti da Charvet è infatti lunga e spettacolare: si va da Edoardo VII al Principe di Galles, da Alfonso XII di Spagna al sultano Abdul Hamid II. In tempi più recenti, ecco artisti, musicisti, poeti e scrittori dandy come George Sand e Charles Baudelaire, Edouard Manet e Paul Verlaine, Jean Cocteau e Robert de Montesquiou. Senza contare il Barone di Rotschild e Nelson Rockefeller, Winston Churchill e il re Farouk d’Egitto, i presidenti francesi Pompidou, Mitterrand, Chirac e Sarkozy, quelli americani John F.Kennedy, Ronald Reagan e Barack Obama. Ma anche gli attori Gary Cooper, Philippe Noiret e Jeremy Irons, stilisti del calibro di Coco Chanel o Yves Saint-Laurent, architetti come Frank Lloyd Wright, cantanti di classe tipo Bing Crosby o Bryan Ferry.
Se le celebrities sono il vostro debole, da Charvet non farete certo fatica a incontrarne una. Soprattutto al secondo piano, quello dedicato appunto alle camicie. Certo, prima di prestare attenzione a chi vi sta intorno, soprattutto la prima volta, sarete più impegnati a prestare attenzione a cosa vi sta intorno: una quantità inimmaginabile di tessuti, abbinata a una quantità altrettanto inimmaginabile di camicie pronte. A proposito delle quali, se proprio avete fretta e non volete farvi prendere le misure, è bene sapere che si tratta di un prêt-à-porter che si discosta pochissimo dal bespoke, con tanto di cuciture cioè finemente ribattute e col motivo o la riga che combacia sempre perfettamente, ad esempio tra spalle e maniche. Il tutto, con l’aggiunta di eleganti bottoni in madreperla. Una volta comunque scelto modello e tinta, i commessi vi faranno indossare per la prova solo una camicia-campione. Se necessita per caso di aggiustamenti sartoriali, questi sono compresi nel prezzo e vengono approntati nel giro di poche ore sulla vostra camicia definitiva. Inclusi lavaggio e stiratura pre-consegna.
Questo è solo un altro dei cento dettagli che giustificano la fedeltà e l’attaccamento alla maison da parte di una vastissima e sceltissima clientela. “Si tratta solo di un circolo virtuoso”, minimizza schernendosi il padrone di casa, quel cortese Jean-Claude Colban che gestisce il negozio insieme alla sorella Anne-Marie. “Per tutte le nostre collezioni, soprattutto da uomo, riusciamo sempre a offrire i tessuti più ricercati e i disegni più esclusivi. I clienti hanno perciò preso la simpatica abitudine di venire a cercare da noi quello che non troverebbero mai altrove”. Tutto qui? Certo che no, spiega Anne-Marie Colban. “E’ un piacere osservare tutti quegli uomini soli che si aggirano per ore felici fra tutti quei cotoni: mi sembrano bambini cresciuti in un negozio di caramelle”. Niente di più vero. Oltre all’imbarazzo della scelta fra le tele da camicia, ci si può tranquillamente perdere nella varietà, oltre mille, di motivi diversi stampati su cravatte, sciarpe o pochette. O fra le duecento tinte dei gemelli in stoffa per polsino, un’altra invenzione della maison che ha fatto il giro del mondo: li riconoscete subito per la forma a nodo intrecciato, tre fili di seta dello stesso colore.
“E’ a questi signori”, continua Anne-Marie Colban, “Che chiedo regolarmente, dopo le ventisei diverse misure necessarie per confezionare la loro camicia, quale sia il peso stagionale preferito, il tipo di impuntura a vista, la forma del colletto, la lunghezza del polsino, lo stile delle asole. E se per caso desiderano le iniziali, qualche stemma o un disegno di fantasia ricamato a mano. Mi spingo perfino a chiedere che tipo di orologio siano soliti portare, in modo da calcolare il giusto gioco di spazio che deve intercorrere fra pelle e polsino. Va anche detto che teniamo un registro dettagliato per ogni cliente: le misure, il tessuto preferito e così via. In modo da essere sempre pronti per ogni futura richiesta: sia per replicare la stessa identica camicia, sia per capire verso quali altri tessuti, tinte o motivi ci possiamo eventualmente indirizzare”.
A questo punto, sarete sicuramente curiosi di sapere quanto viene a costare una camicia Charvet su misura. Semplice, quattro settimane di lavorazione e un servizio di consegna aerea in ogni angolo del globo: per la Rolls delle camicie, una vera sciocchezza!
di Richard Berruti